Karaoke, che passione
Tutti conosciamo il karaoke. Si tratta di una forma di intrattenimento davvero diffusa, per via del divertimento che sa provocare. Il vecchio detto “Canta che ti passa” è una grande verità e lo si vede chiaramente nel momento in cui si decide di passare una serata spensierata, in amicizia, davanti a un microfono – se c’è – e alle parole trasmesse su schermo a ritmo di musica.
Un termine che viene da lontano
Ma da dove deriva il termine karaoke? Com’è facilmente intuibile, si tratta di una parola orientale, giapponese per la precisione.
Il termine kara indica l’aggettivo con il quale in Giappone si traduce la parola italiana vuota. il suffisso oke non è in realtà che un prefisso, troncato: quello che apre il termine okesutora. Come si può correttamente pensare, si tratta della pronuncia nipponica della parola di etimologia greca orchestra.
Dunque possiamo tradurre in maniera approssimativa l’espressione con orchestra vuota. Naturalmente, karaoke suona molto meglio, in maniera ben più musicale.
La diffusione del termine – e, di riflesso, anche dell’hobby – nel nostro Paese si deve principalmente – ma non esclusivamente – alla fortunata trasmissione televisiva condotta da Fiorello nei primi anni ’90. In realtà, sembra che la prima serata karaoke italiana, o comunque una delle primissime, fu tenuta a Roma, presso la discoteca Gilda, già nel 1988.
Cenni storici
Non è facile trovare un vero e proprio inventore per il karaoke. Contrariamente a quanto si possa legittimamente pensare, dopo aver letto l’etimologia del termine e la sua provenienza, non è affatto sicuro che questo passatempo sia nato in Giappone. Secondo alcune teorie, infatti, la Terra del Sol Levante sarebbe semplicemente il luogo nel quale l’hobby abbia avuto il maggior successo e trovato la maggiore diffusione.
Un filone tradizionale dello spettacolo giapponese prevedeva il coinvolgimento abituale del gruppo sul palco. In queste serate, lo spettatore veniva scelto dai performer e chiamato sul proscenio, da lì, dopo aver fugato ogni imbarazzo, a esso veniva spiegato che cosa fare e lo si coinvolgeva nella performance. Non di rado, si chiedeva al prescelto o alla prescelta – sempre che così possano essere definiti – di cantare di fronte a tutti. Secondo alcuni, l’origine del moderno karaoke andrebbe ricercata in queste occasioni.
Altri studiosi di folklore e storia popolare, invece, affermano che l’hobby sia nato negli Stati Uniti, quando durante gli anni ’60, alcune trasmissioni di intrattenimento televisivo invitavano gente comune a esibirsi, cantando, di fronte alla telecamera. I partecipanti venivano spesso accompagnati da veri musicisti e, talvolta, persino dai reali interpreti della canzone. Queste trasmissioni erano definite “Sing along shows“, ovvero show nei quali si cantava assieme, seguendo la musica.
Indipendentemente dall’origine, quel di cui abbiamo prove certe è il fatto che l’inventore del primo apparecchio per karaoke – chiaramente rozzo per gli standard attuali ma già molto efficace – fu Daisuke Inoue, musicista giapponese residente a Kobe. Nei primi anni ’70 l’apparecchio cominciò a diffondersi a macchia d’olio sull’arcipelago, fino a quando, nel decennio successivo, quella di cantare assieme senza troppe pretese divenne la moda del momento e cominciò a solcare gli oceani, diffondendosi un pò ovunque.
Il Karaoke in Italia: diffusione e curiosità
La nostra app Karaoke One – e il suo relativo sito internet – permette a chiunque di scatenarsi in serate di karaoke. Anche nel nostro Paese, infatti, la passione per questo hobby è piuttosto bruciante e non sono pochi coloro i quali si dilettano a cantare, con risultati talvolta veramente esilaranti, assieme a amici, conoscenti o persino egregi sconosciuti.
Non a caso, il record per la più lunga maratona al karaoke registrato dai commissari del Guinness World Records appartiene proprio a un italiano. Leonardo Polverelli, cantautore del riminese, registrò l’incredibile tempo di 101 ore, 59 minuti e 15 secondi di karaoke ininterrotto (per un numero di 1.295 canzoni in totale) tra il 19 e il 23 settembre 2011 a Pesaro, presso l’Astra Caffè.
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