< meta name=”description” content=”Un cantautore visionario che avrebbe successivamente lasciato un segno indelebile nella storia della canzone italiana” / >.
Il 5 marzo del 1943 nasceva Lucio Battisti. Affacciatosi da giovanissimo nel panorama musicale italiano, colpisce il pubblico sin da subito. Nel giro di poco tempo, accanto a Contessa e a Bocca di Rosa, gli italiani cantavano e suonavano anche il giovane Battisti. La sua popolarità cresce sempre di più tanto che Mina lo chiama al suo fianco per dar vita a quei duetti che resteranno nella storia della musica italiana. Ebbe anche una prolifica collaborazione con l’intramontabile Mogol.
Sono molte le canzoni che ci hanno fatto sognare. Ne citiamo alcune:
Acqua Azzurra Acqua Chiara
Forse la canzone più conosciuta di Battisti, è una dichiarazione d’amore. Ha ormai superato i 50 anni di età, precisamente la canzone festeggia 52 anni. Il brano racconta la storia di un uomo dalla vita dissoluta e sempre alla ricerca di donne diverse fino a che incontra la donna che cambierà completamente il suo mondo. Si meraviglia della purezza e dell’innocenza della donna che gli ridanno speranza sull’esistenza dell’amore. È forse uno degli esperimenti più riusciti della coppia Battisti-Mogol con la quale arrivarono terzi al Cantagiro e vinsero il Festivalbar.
La canzone del Sole
Si tratta ancora di un esperimento più che riuscito di Battisti e Mogol. La canzone tratta il tema della crescita dell’essere umano. Il brano prende spunto dall’incontro avvenuto tra Mogol e Titty, una sua amica d’infanzia, immaginando di ricontrarla parecchi anni dopo. La canzone si apre con il ricordo di Titty e della sua innocenza da bambina che poi lascia spazio alla donna che oggi è Titty. Se da bambina il ricordo di lei è vivido, ora non c’è più. Ormai lei è una donna di cui l’autore non sa più nulla, non sa chi è. È presente anche un velo di rimpianto riguardo a quel che c’è stato e che ormai non c’è più, e della gelosia per gli uomini che hanno fatto diventare Titty una donna.
Il mio canto libero
Il brano è una delle canzoni più famose della musica italiana, anch’essa prodotta dalla coppia Battisti-Mogol. Forse il brano che più di ogni altro esprime appieno la poesia di Battisti e di Mogol. La canzone parla d’amore in tutta la sua poeticità contrapposto ad un mondo brutale che ci rende prigionieri. Su questa contrapposizione però prevale l’amore, quello vero. Un amore che ci rende liberi e ci fa uscire dalla prigione, un amore che non divide ma che al contrario unisce. La terza frase della canzone è forse la dichiarazione d’amore più forte e carica di significato che qualcuno abbia mai scritto: “Il mio canto libero sei tu”.
Mi ritorni in mente
Sono passati 53 anni da questo capolavoro. La canzone parla di un amore che è arrivato al termine e della malinconia che ne consegue. Il brano si apre con il bel ricordo della donna amata, della sua bellezza. Paragona la donna ad un “angelo caduto in volo” che è presente in tutti i suoi sogni. Si crea un’atmosfera sognante e nostalgica. Poi d’un tratto il brusco risveglio, calcato anche dal ritmo incalzante: “Ma c’è qualcosa che non scordo”. Ecco dunque che la tristezza ed il dolore prendono il posto del bel ricordo. La mente ritorna a quella sera in cui il loro amore è finito. Mentre ballano insieme, la donna nota un altro uomo. L’uomo capisce dal sorriso di lei che il loro amore è finito: “Un sorriso / E ho visto la mia fine sul tuo viso”.
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